“Volevo la gonna”, il libro che insegna e svela tanti aspetti, quelli della protagonista Miriam Morden, che racconta una vita ai limiti dell’incredibile.
La vicenda inizia durante la corsa di Miriam verso l’ospedale, accompagnata dalla sua amica del cuore, la scrittrice Vivian Darkangel. La narrazione è composta da fatti realmente accaduti, ogni racconto è dove deve essere e tutto assume un significato specifico per chi legge.
Questo libro di cosa parla?
“Questo libro racconta passo passo la mia vita, le mie origini Libiche fino ad oggi; Il libro racconta le umiliazioni subite le disavventure ma anche le gioie che questa vita mi ha regalato. Essere trans ancor oggi è difficile, io ero arrivata a pensare di suicidarmi, ma qualche mia amica lo ha fatto veramente. Con questo libro racconto si la mia storia, ma punto a trasmettere coraggio a chi deve affrontare questo cambiamento radicale per nulla semplice ma bisogna farlo con cautela e avere accanto le persone giuste.
Da quando hai voluto la gonna?
“Sin da piccola la mamma probabilmente sognava una femminuccia e ogni tanto mi metteva delle camicette lunghe che sembravano vestitini. Ma in realtà tutto ciò l’ho scoperto solo 30 anni fa guardando l’album di famiglia. Più o meno all’età di 10/11anni ho cominciato ad avere desiderio di vestirmi da bambina così rubavo gioielli scarpe e gonne alla mamma per poi chiudermi nella mia cameretta per indossarli e sentirmi molto bella”.
Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro sulla tua vita?
L’idea mi è venuta mentre chiacchieravo con la scrittrice che è una mia carissima amica Vivian Darkangel più le raccontavo del mio passato e più mi veniva voglia di dirlo a tutti, a tutte le persone che si lamentano per nulla a quelli che si piangono addosso per stupidaggine e a tutti quelli che erano o sono come me e vogliono cambiare le carte in tavola e uscire allo scoperto. Così confrontandomi con Vivian le ho proposto di scrivere il libro e lei ha accettato subito.
Come è stato vivere nelle vesti di Pietro durante il giorno e Miriam la notte?
“È stata dura, pensi che quando lavoravo in conservatorio hanno scoperto che la sera mi vestivo da donna e mi hanno cacciata, licenziata in tronco; una sera ero in macchina, mi hanno fermato, quando hanno visto la carta d’identità, ovviamente apparteneva a un maschio e io ero vestita da donna e mi hanno arrestato, unica mia colpa quella di portare una gonna. Diciamo che sono stata nel profondo degli abissi ma poco alla volta sono riuscita a risalire sempre col sorriso”.
Oggi tu come vivi questa nuova vita?
“Grazie a tutto ciò che ho passato, sono diventata una donna forte ora affronto la vita a testa alta e dei pregiudizi altrui non mi preoccupo più! So perfettamente che ancor oggi la gente mi guarda in maniera diversa, anche se non tutti son così ma ho imparato a farmi accettare per quello che sono, e a dimostrare ciò che valgo realmente”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Questo libro è solo l’inizio, poi ci sarà il film e tanto altro che mi aspetta.